L’aglio: potente antitumorale, antinfiammatorio, antivirale
L’aglio: potente antitumorale, antinfiammatorio, antivirale

L’aglio: potente antitumorale, antinfiammatorio, antivirale

Il genere Allium comprende aglio, cipolle, scalogni, porri ed erba cipollina, utilizzati nella cucina di tutto il mondo ed apprezzati per le loro potenziali proprietà medicinali fin dai tempi antichi.

Spesso, però, a causa dell’odore che lascia al nostro alito, viene evitato. C’è una buona notizia, l’alitosi è una questione di tempo. Generalmente, dopo 3-4 giorni che assumiamo aglio, riusciamo a digerirlo meglio e si riduce l’alitosi. Ne vale la pena rischiare e lo capirai a breve.

 

Aglio e malattie

L’aglio, con i suoi composti bioattivi, può definirsi alimento funzionale o nutraceutico per la prevenzione e il trattamento di diverse malattie. Vediamo insieme quali.

 

Antitumorale

Studi epidemiologici hanno evidenziato come il consumo di aglio sia implicato nella riduzione del rischio di cancro, in particolare i tumori del tratto gastrointestinale, ma anche del polmone, dello stomaco e della vescica.

In che modo agisce? Tumori, scoperto meccanismo che frena le difese immunitarie - Medicina - ANSA.it

  1. Regola il metabolismo delle sostanze cancerogene: tutti i giorni siamo esposti a vari agenti cancerogeni. Uno studio ha rivelato che l’aglio e i suoi composti solforati possono diminuire l’attività degli agenti cancerogeni e la formazione di radicali liberi, riducendo così il rischio di cancro. Ad esempio, si è visto che l’aglio inibisce la generazione di nitrosammine, una sostanza cancerogena prodotta durante la cottura e la conservazione dei cibi. Inoltre, gli allil solfuri dell’aglio possono bloccare l’alchilazione del DNA, errori a livello del DNA che portano al processo di cancerogenesi.
  2. Sopprime la crescita e la proliferazione cellulare delle cellule cancerogene e induce l’apoptosi, cioè il naturale processo di morte cellulare che le cellule tumorali perdono.
  3. Inibisce la migrazione delle cellule tumorali in altri distretti corporei.
  4. Allevia anche gli effetti collaterali derivati dalle cure chemioterapiche.

 

Attività protettiva cardiovascolare

Recentemente, il numero di morti per malattie cardiovascolari è aumentato in modo significativo. C’è stato un crescente interesse per i prodotti naturali per proteggere il sistema cardiovascolare e l’aglio è uno dei candidati più promettenti. È stato dimostrato che l’assunzione di aglio in polvere può ridurre efficacemente la pressione sanguigna, il colesterolo totale, il colesterolo lipoproteico a bassa densità, l’aggregazione piastrinica abbassare il livello di fibrinogeno plasmatico e aumentare l’attività fibrinolitica, fornendo così un’azione cardioprotettiva clinicamente rilevante ed effetti anti-aterosclerotici.

 

Attività antiossidante

In sintesi, l’aglio ei suoi principi attivi (come fenoli e saponine) hanno determinati effetti antiossidanti. Si è visto che l‘aglio crudo ha un’attività antiossidante più forte dell’aglio cotto e  dell’aglio fermentato. Inoltre, potrebbe essere coinvolto con il potenziamento delle attività degli enzimi antiossidanti, proteggendoci ulteriormente.

 

Attività antinfiammatoria

Sia in esperimenti in vitro che in vivo, l’aglio si è visto inibire l’infiammazione principalmente inibendo i mediatori dell’infiammazione, come NO, TNF-α e IL-1. L’aglio ha un grande potenziale per trattare malattie infiammatorie, come l’artrite, negli esseri umani, a causa della sua tossicità bassa o assente. Migliora le funzioni gastrointestinali alleviando la colite, le ulcere gastriche e altre malattie gastrointestinali riducendo lo stress ossidativo, inibendo l’infiammazione e diminuendo l’Helicobacter pylori.

 

Attività antibioticaSet di caratteri del virus dei cartoni animati Vettore gratuito

L’aglio ha un ampio spettro di proprietà antibatteriche, antivirali e antimicotiche. In uno studio fatto con l’olio d’aglio, si vede limitare la crescita di Staphylococcus aureus, Escherichia coli e Bacillus subtilis, di funghi, interrompe il normale metabolismo della Candida albicans. Inoltre, in uno studio clinico, il trattamento dell’aglio crudo ha inibito l’Helicobacter pylori nello stomaco di pazienti con infezione da H. pylori.

Gli effetti antibatterici dell’aglio sono legati sia alla varietà di aglio che ai metodi di lavorazione (crudo, in olio, etc.). È stato dimostrato che l’olio d’aglio è il principale ingrediente antibatterico che distrugge la struttura e il processo metabolico delle cellule batteriche.

 

Attività immunomodulatoria

L’aglio contiene molti composti bioattivi che sono benefici per il sistema immunitario, rinforzandolo. Ideale, quindi, nel periodo invernale quando le nostre difese immunitarie sono messe a dura prova da Virus e Batteri.

 

Attività epatoprotettiva

L’aglio può alleviare efficacemente anche il danno epatico acuto o cronico, ma è necessario approfondire gli studi sul dosaggio, per evitare gli effetti collaterali del consumo eccessivo di aglio nell’uomo.

 

Obesità

Nel complesso, gli studi dimostrano che i prodotti a base di aglio fermentato hanno determinati effetti positivi sull’obesità inibendo la lipogenesi e regolando il metabolismo dei lipidi.

 

Come assumerlo?Clipart con testa d'aglio germogliato, chiodi di garofano sbucciati, fette tagliate e pressa di metallo Vettore gratuito

Soprattutto crudo. E’ importante schiacciarlo o tritarlo, aspettare cinque-dieci minuti prima di ingerirlo per far si che si liberino i preziosi composti dell’aglio, l’allicina soprattutto. Puoi utilizzare anche l’olio d’aglio.

Per quanto tempo?

Se mangiato in eccesso e per lunghi periodi, l’aglio potrebbe irritare le pareti intestinali. Potresti fare una cura di 3 settimane nel periodo autunnale e/o invernale, assumendo 3-4 spicchi al giorno.

Ricetta veloce

Ingredienti
  • 2-3 spicchi d’aglio
  • Il succo di un limone
  • 2 cm di radice di zenzero fresco sbucciato
  • 1 cucchiaino d’olio EVO o di canapa
  • 1 bicchiere d’acqua tiepida
Preparazione
  1. Frulla tutto fino a sminuzzare bene l’aglio e lo zenzero.
  2. Passa al colino prima di bere.
  3. Bevi questa bevanda antibiotica 10 minuti prima di fare colazione.

 

Foto: fonte Freepik

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Il miglio: un ricostituente naturale per mente e corpo
Il miglio: un ricostituente naturale per mente e corpo

Il miglio: un ricostituente naturale per mente e corpo

Il miglio appartiene alla famiglia delle Graminaceae e non contiene glutine, indicato, quindi, per celiaci e intolleranti al glutine. Presenta una buona quota di carboidrati, che giustifica le sue calorie, 378 per 100 grammi. Importante è la parte di proteine, circa l’11 %, ad alto valore biologico.

Il miglio è poco utilizzato ma dovremmo inserirlo più frequentemente nella nostra tavola proprio per le sue notevoli proprietà nutrizionali.

Per la preparazione non è necessario l’ammollo, ma è opportuno lavare il cereale sotto acqua corrente, per eliminare le impurità. Cuoce in acqua, 3 volumi d’acqua per 1 volume di cereale, a temperatura bassa e con coperchio per circa 20 minuti.

Si può associare alle verdure, si possono fare degli sformati, oppure utilizzarlo a colazione al posto dei cereali confezionati.

I benefici che apporta alla nostra salute

Il miglio: un ricostituente naturale per mente e corpo
  • Azione detossificante: la presenza di amminoacidi come la metionina offre un’azione di detossificazione da prodotti metabolici di scarto e di xenobiotici (ovvero farmaci, come gli estrogeni, tossine o inquinanti). In particolare alcuni studi hanno evidenziato che la metionina favorisce l’eliminazione di istamina, risultando un utile coadiuvante in caso di allergie alimentari o respiratorie.
  • Benessere mentale e ricostituente: la presenza di vitamine del gruppo B, ferro, fosforo, calcio, magnesio e zinco fa si che questo alimento abbia un forte potere ricostituente ed energizzante, ottimo in caso di convalescenza, anche per la sua elevata digeribilità, ma anche per gli sportivi e per gli studeti e gli anziani in quanto favorisce i processi mnemonici.
  • Buon umore: il miglio è ricco di triptofano, un amminoacido essenziale precursore della serotonina, l’ormone che promuove il buonumore. Consumare regolarmente a colazione, piuttosto che a pranzo o cena il miglio, aiuta a sopportare meglio lo stress.
  • Problemi digestivi: come già accennato, il miglio è altamente digeribile, indicato nell’alimentazione degli anziani, dei bambini o di chi ha problemi di gastrite. In quest’ultimo caso il miglio contribuisce a ridurre l’acidità di stomaco per il suo potere alcalinizzante.
  • Colesterolo: grazie alle fibre e alla presenza di niacina, detta anche vitamina B3, il miglio aiuta il nostro corpo ad aumentare il colesterolo buono e a diminuire quello cattivo.
  • Benessere del cuore: la niacina viene spesso prescritta dai medici ai pazienti che hanno problemi di pressione sanguigna alta o che hanno avuto una malattia cardiaca.
  • Rinforza denti, unghie e capelli: la ricchezza in cistina, amminoacido ricco in ponti di zolfo, e la ricchezza in acido salicilico, stimola la formazione della cheratina. Di conseguenza i nostri capelli, le unghie e i denti saranno più belli e forti.

Nei prossimi giorni proveremo insieme alcune ricette semplici e veloci per gustare questo prezioso alimento.

 

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Dieta? No grazie, non ho tempo

Dieta? No grazie, non ho tempo

Ciao e ben ritrovato/a sulla mia rubrica del martedì. Oggi sono volutamente provocatoria ed ora ti spiegherò perché.

Spesso sento persone affermare che non possono seguire una dieta perché hanno troppe cose a cui badare e non possono PERDERE TEMPO o PENSARE anche alla dieta.

Altre, invece, ritengono superfluo, se non inutile, investire sull’alimentazione, come se non avesse alcun effetto sul loro corpo.

Indagando un po’ più a fondo, noto che ancora oggi la parola Dieta sia sinonimo di Privazione/Restrizione alimentare (quindi, soffrerenza) e/o Dimagrimento estivo.

Niente di più sbagliato, ma è tutto ciò che ci induce a seguire diete strambalate tutti gli anni per mettere giù chili velocemente prima della prova costume.

Cos’è la dieta?

Non mi stancherò mai di ricordare che la parola Dieta viene dal greco diaita, modo di vivere.

Fin dall’antichità della medicina greca, la dieta, intesa come stile di vita volto alla salute, prevedeva regole che disciplinavano ogni aspetto della vita quotidiana: dall’alimentazione, all’esercizio fisico, al riposo.

Non una terapia dimagrante straordinaria, ma un ordine di azioni da osservare con diligenza per aver cura costante di sé e della propria vita.

La concezione attuale, purtroppo, è quella del rimedio temporaneo verso l’eccesso dei periodi di festa, prima dell’estate oppure quella imposta dai medici/nutrizionisti a fronte di patologie specifiche. Ad ogni modo, nulla di sereno e piacevolmente equilibrato come invece dovrebbe essere.

Sappiamo che le diete temporanee non funzionano, piuttosto che uno stile alimentare corretto che impinge a poco a poco l’abitudine, l’inclinazione, il gusto (e perciò il modo di vivere).

La maggior parte dei pazienti vengono da me per dimagrire ma, da una prima analisi, emergono molto frequentemente problemi di salute concomitanti (dispepsia, colite, intolleranze, sindrome metabolica, insonnia, etc.) che però il paziente non considera importanti o legati alla dieta.

Sempre perché Dieta=dimagrimento e nient’altro.

Dieta sana=Benessere

Dieta= stile di vita = equilibrio fisico e mentale

Se partiamo da questo presupposto, la dieta, intesa come mangiare bene ed equilibrato, ha un notevole effetto sulla nostra salute. Dopotutto mangiamo dalla nascita alla morte, più volte al giorno.

Se mangio male, fuori orario, troppo, troppo grasso, troppo magro, salto i pasti, mangio la prima cosa che capita, mangio davanti al cellulare, bevo poco, bevo bibite varie, probabilmente romperò l’equilibrio del mio corpo, il famoso “metabolismo”. Probabilmente metterò a dura prova il mio intestino, le mie cellule, i miei organi. Ecco perché ingrasso, perché infiammo.

Dieta=Infiammazione

Se  cibo sano= benessere allora cibo poco sano= malessere, infiammazione.

Il tessuto adiposo non è solo qualcosa di estetico, è un tessuto vero e proprio che produce ormoni pro-imfiammatori. Ormoni che agiscono a livello sistemico, aumentando la nostra sensibilità alle malattie in generale.

 

Mangiare in modo corretto, invece, nutre correttamente le cellule, favorisce la corretta depurazione del nostro corpo dagli scarti metabolici, favorisce la giusta produzione ormonale, migliorando lo stato di salute, prevenendo e/o riducendo patologie.

Chi segue una Dieta, impara a conoscere il cibo e a sfruttare le sue proprietà benefiche, riporta il corpo in equilibrio riducendo le infiammazioni, ergo dimagrisce.

Non si perde peso perché si mangia meno. Si perde peso perché si riducono le infiammazioni.

 

Spero tu abbia capito che non c’è tempo migliore che quello speso per prenderci cura di noi stessi.

La salute parte dall’alimentazione di tutti i giorni, non c’è un momento migliore per cominciare, se non ora.

 

Leggi anche l’articolo Mangiare-sano-e-con-gusto-si-puo-anche-se-non-hai-tempo.

Buona lettura

 

Fonte foto: Freepik

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Sono sempre a dieta ma non dimagrisco
Sono sempre a dieta ma non dimagrisco

La cultura e i ritmi di vita attuali non danno molto spazio all’ascolto di noi stessi, dei messaggi che arrivano dal nostro organismo, rendendoci incapaci di distinguere un messaggio di bisogno fisiologico da un messaggio di tipo emozionale.

Il cibo ha così assunto sempre più un significato diverso da quello reale di nutrimento e sempre più quello di mezzo di sfogo per colmare “vuoti”, scaricare tensioni, sfogare emozioni negative.

La fusione del cibo con le emozioni, cioè la fame emotiva, è sempre più diffusa.

Sono sempre a dieta ma non dimagrisco

Spesso chi ha problemi di peso ha già fatto tante diete ed ha, il più delle volte, recuperato il peso perso.

Questo meccanismo di perdita e recupero, definito “Effetto yo-yo”, induce un peggioramento nella capacità di dimagrimento successivo e una sempre maggiore difficoltà nel raggiungimento di un peso ragionevole.

Tale condizione determina  sfiducia verso la possibilità di un dimagrimento, sfiducia nella propria possibilità di farcela, sensi di colpa, sentimenti depressivi.

 

Educazione alimentare e non dietaProgramma di pianificazione dietetica Vettore gratuito

Per tutte le motivazioni dette in precedenza, è necessario affrontare il problema con un approccio integrato. Un percorso di educazione alimentare che ci aiuti a modificare e migliorare le nostre abitudini alimentari, nonché il rapporto col con il nostro corpo e con il cibo, usato troppo spesso come strumento di gratificazione invece che di nutrimento.

L’errata convinzione che per dimagrire bisogna fare grandi rinunce, ammazzarsi di sport e non andare più a cena fuori con gli amici, favorisce il generarsi del comportamento dieta ferrea-abbuffata.

I  risultati ovviamente non sono soddisfacenti sia dal punto di vista fisico che psicologico.

E’ importante comprendere, invece, quanto sia importante nutrire il proprio corpo regolarmente e nel modo più appropriato rispetto alle proprie esigenze. Solo così daremo una reale possibilità al nostro corpo e alla nostra mente di trovare un equilibrio ormonale, tale da favorire la riduzione delle infiammazioni corporee, la riduzione di attacchi di fame e  migliorare il nostro umore (la produzione di serotonina dipende dal nostro modo di alimentarci per circa il 70%).

Il corpo non reagisce bene alla privazione di cibo e più cerchiamo di alimentarci meno, tanto più cercheremo cibo. La forza di volontà è sufficiente solo nel breve periodo ma, alla lunga, l’istinto del corpo prende il sopravvento ed è lì che la fame diventa incontenibile.

Non si tratta di debolezza, di incapacità ad essere rigorosi nel seguire una dieta ma di equilibri che vengono a mancare ogni volta che non forniamo al nostro corpo ciò di cui ha bisogno.

Curare il profilo alimentare è la prima forma preventiva, non solo per il sovrappeso e l’obesità ma soprattutto per patologie legate al peso e alla mal nutrizione.

 

Prendersi cura di sé è una scelta consapevole, senza obblighi, privazioni, né giudizi, è una scelta che cambia la vita.

 

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La top 20 degli alimenti antinfiammatori e antitumorali
La top 20 degli alimenti antinfiammatori e antitumorali

La top 20 degli alimenti antinfiammatori e antitumorali

Quando nel corpo si verifica un’infiammazione acuta, cioè a breve termine, il corpo è rapido nella risposta e il sistema immunitario provvede velocemente ed efficacemente a pruomovere la guarigione.

Le cattive abitudi alimentari o stile di vita scorretto (come il il fumo di sigaretta, consumo di alcool, vita sedentaria, grasso corporeo in accesso, consumo di cibi elaborati), inducono il sistema immunitario a rimanere costantemente attivo, generando un processo infiammatorio di tipo cronico. Un tessuto infiammato, e quindi un ambiente acidificato, è alla base di tutte le malattie, soprattutto quelle tumorali e degenerative.

Alimenti benefici antinfiammatori

Come detto, le infiammazioni favoriscono l’insorgenza di malattie. Per fortuna accorre in nostro aiuto il cibo che, grazie ai suoi nutrienti, riduce l’infiammazione e sostiene il nostro sistema immunitario.

Le analisi per le infiammazioni

La presenza di infiammazioni croniche nel nostro corpo sono individuabili attraverso le analisi del sangue.

I marcatori di infiammazione “MARC” più comuni sono:

  • PCR (proteina C-reattiva)
  • la VES (velocità di eritrosedimentazione)
  • l’aumento dei globuli bianchi
  • la ferritina
  • la viscosità plasmatica
  • il fibrinogeno.

Diete ricche di alimenti antinfiammatori sono associate a valori bassi di PCR.

La top 20 degli alimenti antinfiammatori e antitumorali

Di seguito ti mostro l’elenco dei 20 alimenti dal potere antinfiammatorio , dal maggiore al minore.

Oggi vedremo insieme i primi 5 in classifica per potere antinfiammatorio.

Acidi grassi Omega anti e pro-infiammatori

Omega 3

Gli Omega 3 comprendono il DHA e l’EPA, presenti nei pesci grassi (anguilla, salmone, sardine, sgombro, trota arcobaleno), l’ALA nei vegetali come noci, semim di lino, olio di noce, olio di canola, fagioli di soia e verdure a foglia verde. Si possono assumere anche integratori di omega 3. Leggi l’articolo dedicato agli integratori di pesce qui.

Omega 6

Gli omega -6 nella dieta occidentale sono l’AL (adico linoleico) e AA (acido arachidonico). Studi definiscono questi grassi proinfiammatori perché vengono utilizzati dal nostro corpo nella produzione di mediatori dell’infiammazione.

Nella dieta occidentale consumiamo troppi Omega 6 con un rapporto 1:15, 1:30 di Omega3/Omega 6. Il rapporto ottimale dovrebbe essere 1:4, cioè che per ogni grammo di omega 3 che consumiamo, consumiamo 4 grammi di omega 6.

Correggere questo rapporto potrebbe aiutare il nostro corpo a correggere la risposta alle infiammazioni croniche e a riequilibrare la risposta immunitaria.

Usiamo le erbe aromatiche e le spezie

Un modo semplice e pratico per ridurre l’insorgenza, la proliferazione e l’invasione delle cellule cancerogene è il consumo di alimenti antinfiammatori. Tra i più potenti troviamo le erbe aromatiche e le spezie come l’aglio, lo zenzero, la curcuma, lo zafferano. Senza dimenticare che il loro utilizzo aiuta a ridurre l’uso del sale.

Aglio

L’aglio è ricco di Allina e altri composti organosolforati con potenti proprietà antitumorali e antibatteriche e antivirali. Quando schiacciamo o affettiamo l’aglio le pareti rilasciano un enzima, allinasi, che trasforma l’allina in allicina. La stessa cosa che avviene nelle crucifere. Dopo averlo schiacciato o tritato, bisogna attendere circa dieci minuti per permettere agli enzimi dell’aglio di massimizzare l’attivazione dei principi attivi e il potere antitumorale.

Zenzero

Lo zenzero oramai è un alimento comune anche in occidente. E’ la terza spezia dell’elenco per potere antinfiammatorio. Si trova fresco o essiccato e possiamo coltivarlo in casa. Si può usare crudo per infusi, nelle insalate, negli estratti. Spesso utilizzato come antiemetico.

Curcuma

La curcumina contenuta nella curcuma è un potente antinfiammatorio, antitumorale, impedisce la proliferazione delle cellule tumorali, inibisce la formazione di cellule ematiche da parte del cancro e migliora la risposta immunitaria. La curcuma è una radice gialla/arancione, appartiene alla famiglia dello zenzero e rientra tra gli ingredienti del curry.

La curcuma che contiene più principio attivo è quella gialla ed è utile consumarla un po’ di pepe nero. La piperina del pepe nero ne aumenta la ssorbimento.

Tè verde

Noto da secoli, soprattutto nei paesi orientali, il tè verde è un potente antiossidante che limita la formazione di nuovi vasi sanguigni della massa tumorale. La sua azione è dovuta alle catechine, della famiglia dei polifenoli. Sarebbe utile bere 3 tazze al giorno di tè verde giapponese.

Zafferano

Circa quattromila anni fa questa spezia veniva studiata per le sue prorpietà terapeutiche. Numerose le prove che dimostrano la capacità dello zafferano di ostacolare la vita delle cellule maligne.

 

Se non sei abituato ad utilizzare queste spezie, questo è il momento giusto per farlo. Divertiti a sperimentare nuovi profumi e sapori. Aiuta il tuo corpo a mantenersi sano attraverso il cibo, sia in presenza che in assenza di malattia.

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Mal di pancia, Gonfiore e Diverticoli: la soluzione è nelle Fibre
Mal di pancia, Gonfiore e Diverticoli: la soluzione è nelle Fibre

Mal di pancia, Gonfiore e Diverticoli: la soluzione è nelle Fibre

Oggi ti parlo di un problema intestinale abbastanza comune, tipico dei paesi occidentali, la diverticolosi, cioè la presenza di diverticoli nel colon, la cui patogenesi prevede fattori alimentari e comportamentali, oltre che ereditari e genetici.

I diverticoli sono estroflessioni della parete intestinale, come dei bottoncini ai lati del colon, punti molto delicati e soggetti ad infiammazione.

Molto spesso i diverticoli sono asintomatici per cui conviviamo con essi senza mai accorgecene. Altre volte, invece, possono infiammarsi, generando sintomi anche gravi, dovuti al ristagno di materiale fecale al loro interno e successiva contaminazione batterica.

Quali i sintomi più comuni?

Generalmente il paziente afferma di essere “abbastanza regolare” ma, ad una indagine più approfondita emerge che un’alternanza di più evacuazioni al giorno, con feci molli o poco formate, a più giorni senza evacuare, meteorismo.Spesso avverte un fastidio, più che un dolore, al fianco sinistro e nella parte bassa dell’addome. La sua circonferenza addominale risulta sopra la norma, con un addome teso, come se fosse pieno d’aria, e dolorante alla palpazione.

Diverticolosi o sindrome del colon irritabile?

I sintomi della diverticolosi spesso si confondono con la sindrome del colon irritabile e viceversa. Per la diagnosi è necessario un accertamento diagnostico, con mezzi strumentali, da un Gastroenterologo.

Come mai si formano i diverticoli?Diverticolosi dell'intestino crasso - Disturbi digestivi - Manuale ...

Nella maggior parte dei casi è lo stile alimentare e di vita che favorisce questo fenomeno, a volte può essere indotto anche dall’assunzione di farmaci che alterano il transito intestinale.

La malattia diverticolare è comune nei paesi industrializzati, in particolare in quei paesi dove vigono diete a basso apporto di fibra. La malattia è rara in Asia e in Africa, dove la maggior parte delle persone assumono diete ad alto apporto di fibra.

Una tra le cause più importanti della diverticolosi è la stitichezza: le feci dure e grumose e gli sforzi per defecare, possono causare aumento della pressione nel colon, soprattutto nei tratti più stretti del colon sigmoideo. Questa tensione sulle pareti interne del viscere è quella che può causare il cedimento delle stesse attraverso punti deboli di minor resistenza. Si vengono a formare quelle tasche che sono i diverticoli.

Come mai si infiammano?

E’ molto probabile che la prolungata costipazione tenda a riempire anche le sacche diverticolari di feci. Tale deposito aumenta la carica batterica che provoca l’infezione. Una condizione da non prendere sotto gamba perchè, col tempo e se non curati, potrebbero perforarsi, provocando una peritonite.

In che modo la dieta può aiutare?

Il tipo di alimentazione da scegliere dipende dalla situazione in cui ci troviamo.

Se sono in diverticolosi, asintomatica, o ad un livello di lieve diverticolite, allora è necessario modificare la nostra alimentazione per migliorare il transito intestinale e ridurre l’infiammazione.

Le modifiche vanno fatte gradualmente, altrimenti rischiamo di avere un effetto opposto a quello desiderato.

Le fibre

Le fibre sono la parola chiave alla soluzione del problema ma bisogna saperle dosare.

  1. Comincia ad introdurre una porzione al giorno di fibre insolubili (crusca) presenti nei prodotti integrali come pane, pasta, cereali (riso, farro, orzo, etc.).
  2. Introduci almeno due porzioni al giorno di fibre solubili derivanti dalle verdure crude. Meglio cominciare il pasto con la verdura cruda.
  3. Introduci massimo due porzioni al giorno di fibre solubili derivanti dalla frutta, meglio con la buccia.
  4. Inserisci un paio di porzioni a settimana di legumi al posto della carne o dei latticini.
  5. Anche la frutta secca a guscio può aiutare (mandorle, noci, nocciole, pistacchi non salati) per la presenza di fibre e grassi buoni.
  6. Grassi buoni di origine vegetale: olio extravergine di oliva crudo, olio di canapa, avocado, frutta secca a guscio, semi di girasole, zucca. I semi di chia, papavero, sesamo, semi di lino e tutti i semi difficilmente masticabili, vanno consumati solo se tritati in polvere con un macina caffè, altrimenti non vengono digeriti.
  7. Ultima, ma non per importanza, l’acqua. Il colon va idratato bene se vogliamo un intestino regolare. Solo gli alimenti non bastano.

Quali alimenti fanno male?

Tutti gli alimenti che non favoriscono il transito intestinale e che si depositano nelle sacche.

  1. Tutti gli alimenti fatti con farine raffinate. Sono poveri di fibre e gli amidi senza fibre, formano una specie di “colla” attorno l’intestino.
  2. Un eccessivo consumo di carne e latticini, noti per avere un potere pro-infiammatorio sul colon.
  3. Sostanze irritanti per il colon come caffè, tè, alcolici.
  4. Le bevande gassate, aumentano ulteriormente la pressione intestinale
  5. Cibi denominati senza zucchero: i dolcificanti sono irritanti e peggiorano i sintomi dissenterici.
  6. Gli alimenti con semi piccoli: kiwi, pomodori, fragole, uva, fichi, i frutti di bosco. I cetrioli, come anche i pomodori, si possono mangiare eliminando i semi.
  7. Semi di chia, papavero, sesamo, lino, etc. vanno consumati solo se tritati in polvere con un macina caffè. La questione dei semi però è stata messa in discussione

 

Le buone abitudini fondamentali

L’abitudine essenziale per il benessere intestinale, e non solo, è la camminata o una leggera attività sportiva. Camminare aiuta a mantenere tonica la muscolatura del torchio addominale, facilitando l’attività defecatoria, eliminando il fattore di rischio stitichezza che facilita la formazione diverticolare.

E’ bene integrare fermenti lattici come mantenimento di una flora batterica equilibrata ed un intestino regolare, non in caso di infezione.

Ma se i sintomi sono di una Diverticolite acuta?

Durante un attacco acuto importante, in cui si può avere febbre, nausea, vomito, crampi molto dolorosi è opportuno il ricovero e la “messa a riposo dell’intestino”, cioè un digiuno assoluto, la nutrizione totale parenterale e la terapia antibiotica ed anti-infiammatoria prescritta dal Gastroenterologo.

Passato il primo momento acuto, è importante:alimentazione naturale

  1. Ridurre le fibre per qualche giorno.
  2. Meglio assumere delle creme di cereali, tipo  crema di riso, tapioca, etc.
  3. Il pane tostato.
  4. Brodo vegetale filtrato.
  5. Poca carne magra, meglio se omogenizzata.
  6. Frutta e verdure in centrifugato/estratto.

Gradualmente si potranno introdurre tutti gli alimenti compresi quelli ricchi di fibre.

 

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Foto: Freepik

 

 

 

 

 

 

 

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