Quando il cibo diventa un problema: i disturbi alimentari, i DAN
I disturbi dell’alimentazione e della nutrizione (DAN) è un problema molto serio e in forte aumento. Sono condizioni complesse, dalle origini multifattoriali, in cui si riconoscono più fattori di rischio e concause che contribuiscono allo sviluppo, alla manifestazione e al mantenimento di tali disturbi.
La situazione attuale legata al Covid-19 ha contribuito all’aumento dei casi di DAN: lockdown ha implicato restrizioni sociali (isolamento sociale), restrizioni funzionali (mancanza di routine, necessità di pianificare intenzionalmente l’attività, desiderio di segretezza in particolare riguardo al cibo) e restrizioni nell’accesso ai servizi di salute mentale.
E’ importante conoscere queste fragilità, spesso poco riconosciute o del tutto ignorate. Per questo oggi vedremo cosa sono i DAN, come vengono classificati secondo il DSM-5 e quali fattori predispongono a tali disturbi.
Nei prossimi articoli approfondiremo man mano l’argomento, così vasto da non poterlo riassumere in poche righe.
Come vengono classificati i DAN
Il DSM-5 include 8 categorie:
- Pica: l’assunzione di sostanze non alimentari, non nutritive (carta, sapone, gesso, capelli, etc.) per almeno un mese. Può verificarsi nell’infanzia, in adolescenza e in età adulta, sebbene negli adulti sia associata ad altri disordini mentali, mentre nei bambini può manifestarsi anche durante il normale processo di sviluppo.
- Disturbo della ruminazione: continuo rigurgito del cibo, per essere poi ringoiato o sputato, per almeno un mese.
- Disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione del cibo: disinteresse del cibo, selezione di alcuni alimenti basato sugli aspetti sensoriali o per alcune marche, la preoccupazione per le eventuali conseguenze negative del mangiare come vomito o soffocamento. L’evitamento basato su aspetti sensoriali insorge entro i dieci anni, non intaccando in modo perticolare il funzionamento sociale, anche da adulto. L’evitamento associato a conseguenze avverse insorge a qualunque età, determinando perdita importante di peso o poca crescita attesa nei bambini, malnutrizione, alimentazione parenterale, uso di integratori alimentari, compromissione del funzionamento psicosociale come mangiare in pubblico e le relazioni. Non c’è paura del peso.
- Anoressia Nervosa: restrizione alimentare per paura di ingrassare ed alterata percezione del peso e della propria immagine corporea, BMI<18,5 kg/m2 o < 5°percentile per i bambini, incapacità di comprendere la gravità dell’attuale perdita di peso.
- Bulimia Nervosa: presenza di abbuffate che vengono compensate con comportamenti (episodi purgativi) finalizzati ad ostacolare l’aumento di peso (vomito auto-indotto, abuso di lassativi, diuretici, digiuno, esercizio fisico eccessivo), perdita di controllo, eccessiva preoccupazione per il peso e la forma fisica, frequenza di episodi purgativi 1/settimana per 3 mesi.
- Binge Eating Disorder (BED): disturbo da alimentazione incontrollata con episodi ricorrenti di abbuffate, senza l’uso regolare di comportamenti inappropriati compensatori, tipici della bulimia. Sembra avere origine in età adolescenziale, in situazione di normopeso, spesso seguito da un calo importante di peso per diete autogestite e/o scorrette.
- Disturbo della nutrizione o dell’alimentazione con altra specificazione: questa categoria si applica a situazionni in cui non si verificano i sintomi caratteristici di un disturbo della nutrizione e dell’alimentazione che causano significativi disagi nella sfera sociale, occupazionale o relazionale. Es. Anoressia o bulimia a bassa frequenza, BED sottosoglia, Sindrome dell’alimentazione notturna, disturbo purgativo (vomito auto-indotto, abuso lassativi, etc.) senza Binge eating.
- DAN senza specificazione: rientrano tutti quei casi che pur presentando sintomi caratteristici del disturbo dell’alimentazione, non soddisfano interi criteri diagnostici di uno dei disturbi dell’alimentazione e della nutrizione.
I DAN colpiscono un numero consistente di giovani e adulti e sono spesso sottostimati a causa della scarsa conoscenza in materia, della presenza di poche strutture specifiche per la diagnosi e la cura sul territorio e anche per la difficoltà del soggetto di ricorrere ad un aiuto professionale se non in condizioni di estremo malessere.
I DAN comprendono una vasta gamma di comportamenti verso il cibo, come l’ossessività verso il cibo, verso il peso corporeo e dell‘immagine corporea, a tal punto da condizionare la qualità di vita della persona, le relazioni sociale e con i familiari, l’attività lavorativa o scolastica, la salute mentale e fisica.
Le cause
La ricerca delle cause e concause dello sviluppo dei DAN è in continua evoluzione. Si sono individuati fattori predisponenti e fattori scatenanti i disturbi alimentari.
Fattori predisponenti
Genetici: esiste certamente una familiarità e predisposizione per i DAN, sebbene non esista un modello di trasmissione. Non è detto che i figli di soggetti affetti svilupperanno un disturbo alimentare. Concorrono altri fattori.
Età e sesso: l’età predispone ai DAN, infatti si è visto che gli adolescenti sono quelli più a rischio come anche essere donna.
Fattori psicologici: l’idealizzazione della magrezza, il cui raggiungimento indica valore e bellezza. Essere magre può diventare un requisito per essere accettate dalla società. Complici i mass-media che, con i loro messaggi di modelli estetici, contribuiscono ad influenzare soprattutto le fascie di età più fragili. Le ragazze che si ammalano di DAN presentano tratti di perfezionismo che spesso nasconde insicurezza personale, bassa autostima. Spesso in molte ragazze emergono tratti di ossessività, ansia e depressione.
Fattori familiari: secondo gli specialisti è impossibile sapere se un particolare clima familiare o la famiglia “tipica” sia la causa o la conseguenza dei DAN. Ad esempio, è probabile che in una famiglia dove esiste particolare attenzione verso l’aspetto fisico e l’alimentazione, possa portare i figli alla costruzione di un’immagine di sè polarizzata sull’aspetto fisico. Tuttavia non esistono prove sufficienti.
Fattori socio-culturali: nei paesi industrializzati e dove si è diffusa la cultura occidentale c’è maggiore prevalenza di distirbi alimentari. L’ideale di magrezza è esaltato da tutti i mezzi di comunicazione: i casi di anoressia e bulimia va di pari passo all’aumento degli articoli di diete e dei prodotti dietetici. Questi modelli di magrezza possono prevalere su ragazze/i vulnerabili alle influenze esterne. Oggi essere magra significa essere bella, ricca, di successo e solo così puoi essere accettata dal gruppo.
Fattori scatenanti
Lo svilupparsi di disturbi alimentari in persone vulnerabili può avvenire a seguito di eventi stressanti (un lutto, la fine di una relazione affettiva, violenze fisiche o psicologiche, critiche sul proprio aspetto da familiari o amici) scatenanti o precipitanti la comparsa dei disturbi. I fattori scatenanti possono riguardare l’insoddisfazione corporea oppure esserne indipendenti, legati piuttosto a problematiche adolescenziali come la fine di un rapporto affettivo, il distacco genitoriale. Tutti eventi che minano l’autostima e le capacità relazionali.
Fattori di mantenimento
Sono quegli eventi o pensieri che aiutano a mantenere la condizione innestatasi come, ad esempio, l’idea sul peso e sulla magrezza. Un semplice complimento può rinforzare queste idee. Putroppo però, nel lungo termine, i rinforzi esterni perdono di potere e il fattore di mantenimento diventa la pratica del digiuno per raggiungere l’obiettivo di dimagrimento. Il digiuno stesso mantiene il comportamento disturbato.
Quando il cibo diventa un problema: i disturbi alimentari, i DAN
Minnesota Study
Keys e collaboratori nel loro libro “The Biology of Human Starvation” (Keys et al. 1950) hanno fornito una descrizione dettagliata dei sintomi del sottopeso e della restrizione dietetica calorica riportati da giovani adulti maschi volontari.
Il Minnesota Study è lo studio più importante pubblicato che abbia valutato gli effetti della restrizione dietetica calorica e della perdita di peso nelle persone di peso normale.
Effetti comportamentali
- Rituali alimentari (mangiare molto lentamente, tagliare il cibo in piccoli pezzi, mescolare il cibo in modo bizzarro, ingerire cibo bollente)
- Lettura di libri di cucina e collezione di ricette
- Incremento del consumo di caffè, tè, spezie, gomme da masticare e acqua
- Episodi bulimici
- Incremento dell’esercizio fisico per evitare la riduzione del contenuto calorico della dieta
Effetti psicologici
- Danneggiamento della capacità di concentrazione
- Scarso capacità di insight e di giudizio critico
- Preoccupazione per il cibo e l’alimentazione
- Depressione
- Sbalzi del tono dell’umore
- Irritabilità
- Rabbia
- Ansia
- Apatia
- Episodi psicotici
- Cambiamenti di personalità confermati dai test psicologici.
Effetti sociali
- Isolamento sociale
- Riduzione dell’interesse sessuale
Modificazioni fisiche
- Disturbi del sonno
- Vertigini
- Debolezza
- Dolori addominale
- Disturbi gastrointestinali
- Cefalea
- Ipersensibilità al rumore e alla luce
- Edema
- Ipotermia
- Riduzione della frequenza cardiaca e respiratoria
- Parestesie
- Diminuzione del metabolismo basale
- Aumento della fame
- Precoce senso di pienezza
Tratta da Keys, A., Brozek, J., Henschel, A., Mickelsen, O., & Taylor, H. L. (1950). The biology of human starva-tion (Vol. 2). Minneapolis: University of Minnesota Press.
Quindi…
Se anche tu stai seguendo, per qualsiasi motivo, un regime dietetico molto restrittivo, ricorda che col tempo potresti sperimentare i “sintomi da digiuno”.
Se a questi sintomi dai un significato positivo, di controllo su te stessa/o, forse potresti avere un problema in ambito alimentare.
Parlane con uno specialista, ti aiuterà ad avere una visione sana sul cibo!
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