L’alimentazione non fa vincere una gara, ma esistono molti alimenti che possono farla perdere.
Numerose sono le persone che cominciano un’attività fisica e contemporaneamente “si mettono a dieta”, convinti che per rimettersi in forma basti eliminare i carboidrati, additati comunemente come la causa di tutti i rotolini alla pancia.
Anche gli sportivi, amatoriali o professionisti, spesso non hanno una guida alimentare che li supporti nei periodi di allenamento e gara, con ripercussioni sulle performance.
E’ necessario crearsi una consapevolezza alimentare e prendere confidenza con pochi concetti generali, utili per impostare una corretta alimentazione, in relazione agli sforzi fisici da sostenere.
A cosa serve il cibo?
Dobbiamo innanzitutto ricordare che tutto ciò che introduciamo nel nostro organismo, deve servire contemporaneamente:
- come benzina (le calorie)
- come protezione da agenti inquinanti, dall’invecchiamento cellulare (vitamine, minerali, fibre, antiossidanti)
- per la regolazione termica (l’acqua delle bevande e quella contenuta nei cibi)
- per il continuo tournover cellulare (le proteine e i loro amminoacidi di cui sono costituiti, permettono il rinnovamento dei tessuti).
Qual è la miscela più opportuna da consumare?
Il motore umano ha bisogno di un mix di nutrienti (carboidrati, proteine, grassi) in quantità preferenziali per funzionare al meglio.
Le percentuali a cui mi riferisco sono le seguenti:
- il 50-60% delle calorie necessarie deve provenire dal gruppo dei carboidrati
- tra il 20-30% dal gruppo dei grassi
- il restante 10-20% dal gruppo delle proteine
Tali percentuali che variano in relazione al tipo di allenamento e intensità dell’esercizio fisico.
Il nostro motore necessita anche di micronutrienti, cioè le vitamine (A, B, C, D, E, K), i minerali (calcio e fosforo) e gli oligoelementi (ferro, zinco, selenio e manganese), così chiamati perché il corpo ne ha bisogno solo in piccole quantità, ma giocano un ruolo essenziale nella produzione di enzimi, ormoni e altre sostanze che aiutano a regolare la crescita, l’attività, lo sviluppo e il funzionamento dei sistemi immunitario e riproduttivo.
Ad essi si devono aggiungere l’acqua e le fibre alimentari.
I carboidrati
Il glucosio è la forma più semplice dei carboidrati che dopo la digestione passerà nel sangue. La combustione del glucosio produce, nelle cellule del corpo umano, energia per 4 calorie per ogni grammo di zucchero.
Dove si trovano i carboidrati?
Soprattutto negli alimenti vegetali: nei cereali (pane, pasta, riso, farro, mais,…), nei legumi (ceci, fagioli, lenticchie, soia), nei tuberi (patate), nella frutta e nelle verdure. In minore quantità sono anche in alimenti di origine animale come il latte (lattosio 5 g/100 g di latte) e, logicamente, nel miele. Nelle bibite zuccherate, nelle spremute e, ovviamente, nei dolciumi!
Zuccheri semplici e zuccheri complessi
La distinzione dei carboidrati in “semplici” e “complessi” riguarda la velocità di digestione, cioè quanto tempo impiegano per essere “smontati” in molecole elementari (glucosio, fruttosio e galattosio) capaci di entrare nel circolo sanguigno attraverso la parete intestinale.
- Zuccheri complessi: sono a più lunga digestione e tra questi rientrano i carboidrati dei legumi, dei cereali, tutti ricchi di amido, una molecola molto lunga e complessa che i nostri enzimi devono smontare durante la digestione.
- Zuccheri semplici: a rapido assorbimento. Li troviamo nello zucchero comune (il saccarosio), nella frutta, nelle spremute, nel miele.
Zucchero e indice glicemico
Dell’indice glicemico abbiamo già trattato nell’articolo “Indice glicemico, insulinico e dimagrimento”.
Brevemente ti ricordo che l’indice glicemico segnala con quale rapidità l’organismo metabolizza un alimento, basato su una scala in cui il glucosio puro ha un valore di 100.
Gli alimenti con un indice alto fanno sentire prima la sensazione di fame e il bisogno di alimentarsi nuovamente. Aggiungendo fibre a ogni pasto (verdure), si rallenterà la risposta glicemica dell’organismo.
Alto e basso indice glicemico: cosa avviene nell’organismo?
Se si assumono carboidrati ad alto indice glicemico prima di allenarsi o prima di una gara:
- la glicemia ha un maggiore e più rapido rialzo
- la risposta insulinica segue il rialzo glicemico
- per ottenere energia l’organismo preferisce utilizzare gli zuccheri al posto dei grassi
- il glicogeno muscolare si esaurisce prima
Se si assumono carboidrati a basso indice glicemico prima di allenarsi o prima di una gara:
- la glicemia sale meno e più lentamente
- la risposta insulinica è più attenuata
- l’organismo tende ad utilizzare i grassi (gli acidi grassi liberi, FFA) come fonte di energia
- i depositi di glicogeno si esauriscono più lentamente
Il fruttosio della frutta, nonostante sia uno zucchero semplice, provoca una risposta insulinica bassa che non riduce il livello degli acidi grassi circolanti, per cui restano disponibili all’utilizzo come fonte di energia, risparmiando così una parte delle scorte muscolari di zuccheri, rappresentate dal glicogeno.
Quando si utilizzano i carboidrati:
- prima dello sforzo: per fare scorta di glicogeno (muscoli e fegato), senza elevare le concentrazioni ematiche di insulina
- durante lo sforzo: per prevenire l’esaurimento del glicogeno muscolare
- dopo lo sforzo: per ricostituire il glicogeno muscolare
Carboidrati prima della prestazione:
- nelle prestazioni prolungate, fino a 3-4 ore prima, si può consumare una certa quantità di carboidrati
- nelle 3 ore precedenti la prestazione, è bene utilizzare carboidrati a basso indice glicemico per evitare di arrivare alla gara o all’allenamento con alti valori di insulinemia e rischiare di utilizzare pochi grassi FFA. Si può mangiare, ad esempio, frutta, yogurt, crackers.
Carboidrati dopo la prestazione:
E’ conveniente assumere carboidrati ad alto indice glicemico per ricostituire il glicogeno muscolare. Meglio che assieme ai carboidrati ci siano anche le proteine.
Carboidrati durante l’attività fisica: fruttosio e maltodestrine
FRUTTOSIO
- rapido svuotamento gastrico
- bassi livelli della glicemia e dell’insulinemia
- miglior utilizzo FFA
- assorbimento modulato
MALTODESTRINE
- efficace apporto energetico e glicemia stabile
- buon sapore
- ottimo assorbimento intestinale
I grassi o lipidi, sviluppano più calorie di tutti gli altri nutrienti, ben 9 calorie per grammo. Quali sono le funzioni:
- nel bene (apportatori di vitamine liposolubili, costituenti delle cellule e di altre importanti strutture organiche);
- nel male (favoriscono l”incremento di peso corporeo, ma anche la formazione di placche aterosclerotiche nelle arterie).
Le proteine
Le proteine sono delle catene formate dall’unione di molecole più piccole chiamate aminoacidi che, a seconda del numero e della disposizione che assumono, danno proteine diverse.
Otto sono considerati essenziali, reperirli solamente dagli alimenti, sia di origine animale che vegetale.
Le proteine sono un materiale pregiato ed insostituibile per l’accrescimento, la manutenzione ed il rinnovamento di tutte le cellule del corpo.
Il fabbisogno di proteine è particolarmente elevato proprio nel periodo dello sviluppo (il latte e tutti i suoi derivati, le carni, il pesce, le uova, i legumi associati ai cereali)
Generalmente il fabbisogno proteico giornaliero è coperto facilmente attraverso la normale alimentazione. Pertanto, quando si assume un integratore proteico di qualsiasi natura, bisogna stare attenti a bilanciare l’introduzione di proteine con il cibo per evitare un eccesso di scorie azotate. Risulta pertanto inutile fare n carico di proteine, considerando che in ciascun pasto non si assimilano più di 30-35 g di proteine e che non riusciamo a fare scorta. Meglio distribuire le proteine in più pasti della giornata.
La frequenza dei cibi
Nei 14 pasti principali di una settimana, per garantire la giusta varietà, ti consiglio di consumare:
- carne: 2 – 3 volte, alternando ogni genere di carne, compresi i salumi magri
- pesce: 3-4 volte, preferibilmente pesce azzurro
- uova: 2-3 volte
- formaggi: 2 volte
- legumi con cereali: 3-4 volte (cereali, pane e fagioli, riso e piselli, ecc.)
5 pasti al giorno
Ormai tutti raccomandano di consumare almeno 5 pasti al giorno, per evitare picchi glicemici e attacchi di fame. Questa frequenza, inoltre, evita un periodo di digiuno di più di 4-5 ore, che avrebbe un effetto catabolico.
Spero questo articolo sia stato utile a chiarire l’importanza di assumere tutti i nutrienti, soprattutto quando il dispendio energetico aumenta a seguito di un’attività sportiva, più o meno intensa. Non bisogna eliminare nessun alimento bensì gestire le quantità, i tempi di assunzione e valutare la qualità. Con l’aiuto di un esperto puoi evitare carenze nutrizionali, anche gravi, dovute ad un’alimentazione non equilibrata.
Ti invito la prossima settimana a proseguire l’informazione sull’alimentazione e lo sport.
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