Dieta: non solo una questione di peso
Dieta: non solo una questione di peso

Dieta: non solo una questione di peso

Mettersi a dieta non riguarda solo chi ambisce ad un peso forma o solo chi ha una certa età ma riguarda tutti.

A cosa serve il cibo?

Come ben saprai, l’uomo ha bisogno di cibo per sopravvivere. Il cibo non ha solo una funzione energetica (attraverso protidi, glucidi, lipidi) ma anche strutturale: costituisce il materiale per la crescita e la riparazione dei tessuti (protidi e minerali), catalizza il funzionamento del nostro metabolismo (minerali e vitamine).

Per cui pensare che il problema della nostra salute e del peso corporeo siano le calorie ingerite è limitato e limitante. Limitante perché gran parte delle diete è basata sulla gestione delle quantità dei macro nutrienti (carboidrati, proteine, grassi), sottovalutando il ruolo di altri componenti fondamentali e le relative funzioni.  La valutazione delle calorie, usata ad esempio per le celebri diete a punti, indica solo la capacità energetica del cibo ma non la funzione.

Qualsiasi cibo va bene?

Ovviamente no. La qualità, più che la caloria, fa la differenza. Cibi processati, pronti, a lunga conservazione non sono ideali al nutrimento del nostro corpo. Nutrirsi, non solo alimentarsi, è il segreto della lunga vita. Non basta portare alla bocca cibo per sopravvivere, serve scegliere il cibo con cura, rispettando i bisogni del nostro corpo. Se il corpo non riceve ciò di cui ha veramente bisogno, non ha sufficienti strumenti per muovere gli ingranaggi: produrre sostanze, far avvenire reazioni, per riparare danni, etc. ed è sempre affamato!

Dieta: non solo una questione di peso

Qualche anno fa qualcuno (Ippocrate) disse: “Fa che il cibo sia la tua medicina…”, nulla di più vero. Immagina il percorso che fa il cibo nel tuo corpo, da quando lo porti alla bocca fino a quando viene eliminato. Un gesto di tutti i giorni della tua vita che però ha perso di valore, perchè un automatismo.

Il cibo, una volta in bocca, viene masticato e deglutito per passare dallo stomaco all’intestino e per poi essere assorbito. Facile, no? Ma una volta assorbito dove va? Tutti i nutrienti vanno nel sangue e cominciano il viaggio nel nostro corpo, arrivando ovunque e svolgendo ognuno la propria funzione nelle cellule (di costruzione, di messaggio, di riparazione, di trasporto, etc.). Una volta utilizzati i nutrienti, si generano gli scarti che vengono eliminati attraverso feci e urine.

Cosa si intende per nutrimento?

Letteralmente è l’atto del nutrirsi, di fornire al proprio corpo i nutrienti indispensabili alla vita, allo sviluppo e al mantenimento delle diverse funzioni corporee.

Immagina il tuo corpo come un bicchiere, in relazione alla qualità del cibo che ingerisci giornalmente, il tuo corpo si riempirà a livelli differenti di nutrienti. Se mangi bene il bicchiere è pieno, se mangi male il bicchiere si riempie poco o nulla.

Se non nutro bene il mio corpo cosa succede?

Succede che, non avendo tutti gli strumenti di crescita, mantenimento e riparazione dei danni cellulari, metti a rischio la tua salute psico-fisica.

Mangi per muoverti, per pensare, per lavorare, per studiare, per riposare, per dormire bene, per rigenerarti, per sorridere di più. Tutte le volte che non nutri il tuo corpo interrompi una parte del tuo ciclo vitale, generando un danno che nel tempo può generare infiammazione e dall’infiammazione malattia. 

I chili in più sono uno dei sintomi di nutrizione inadeguata e fortunato chi ha un campanello d’allarme evidente come questo, perchè, diversamente, chi è nel pesoforma spesso sottovaluta l’effetto delle proprie scelte alimentari, facendo l’errata associazione “se non ingrasso/dimagrisco allora funziono bene”. Pensiero che ahimè porta a consumare cibi che, oltre a non nutrire, danneggiano cellule e organi, generando malattie.

Il cibo ti protegge

Le scelte che fai a tavola non si vedono dalla bilancia (che spesso condiziona negativamente il tuo umore) ma da come ti senti. Fibre, vitamine, sali minerali e migliaia di micronutrienti, abbondanti soprattutto nei cibi sani e freschi, contribuiscono in modo decisivo alla buona salute, alla giovinezza, a contrastare le malattie, al buon umore, alla visione positiva della vita, alla concentrazione, al girovita snello.

Scegliere e non subire la dieta è il primo passo verso un equilibrio corpo-mente.

 

 

 

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Perché le donne dimagriscono meno degli uomini?
Perché le donne dimagriscono meno degli uomini?

Perché le donne dimagriscono meno degli uomini?

Che le donne dimagriscono meno degli uomini non è solo una credenza ma una dura realtà, supportata da evidenze di carattere scientifico. Vediamo insieme alcuni punti di confronto.

Il corpo della donna cambia costantemente

La donna da ragazzina e fino all’età adulta è accompagnata da numerosi cambiamenti:

  • il ciclo mensile (le mestruazioni) che per alcune può essere veramente un serio problema, fino a diventare invalidante.Imballaggio della bolla degli ormoni per le donne e il fiore della menopausa di trattamento su fondo bianco. terapia ormonale sostitutiva. ciproterone acetato: antiandrogeni steroidei per carcinoma prostatico avanzato. Foto Premium
  • La gravidanza, nove mesi in cui il corpo della donna subisce cambiamenti notevoli per accogliere il pargolo in arrivo.
  • Il parto e l’allattamento, periodo durante il quale il corpo di una donna cambia ulteriormente.
  • Per concludere in bellezza, la donna chiude il ciclo mestruale con la menopausa, un evento che non si limita alla semplice assenza di mestruazioni ma ad un più ampio quadro sintomatologico, tra cui la nota osteoporosi e il girovita che scompare, dovuto a modifiche ormonali.

L’appetito

Si dice che l’appetito vien mangiando ma per la donna non è proprio così. Il nostro ciclo ormonale si suddivide in più fasi e solo la fase preovulatoria di circa 11 giorni sembra essere la meno famelica.
Gli uomini per fortuna non hanno questi sbalzi ormonali che ostacolano il dimagrimento e il mantenimento di una dieta.

La distribuzione dei grassi

Trasformazione del corpo maschile e femminile Vettore gratuitoLe donne hanno quasi il doppio del grasso corporeo rispetto agli uomini. Un aspetto, questo, che si rivela particolarmente utile nella gestione di gravidanze e stress fisici.

Anche la distribuzione del grasso risulta differente nei due sessi:

  • Le donne tendono a concentrare l’adipe nella zona bassa del corpo (glutei, fianchi, cosce). Il metabolismo delle cellule di quest’area del corpo è più lento. Ecco perché durante la dieta, le donne dimagriscono meglio nella parte superiore del corpo mentre faticano a perdere grassi dal ventre in giù.
  • Gli uomini, invece, presentano maggiore grasso nell’area superiore (addome, braccia).

La muscolatura

La donna ha una percentuale di massa magra minore rispetto gli uomini.

Gli uomini, si sa, hanno più muscoli ed i muscoli bruciano le calorie per contrarsi. Ecco perché gli uomini tendono a smaltire con più facilità i grassi in eccesso.

Gli ormoni

  • Gli uomini, inoltre, producono più testosterone e ormoni della crescita rispetto alle donne. Per questo essi tendono a bruciare i grassi e perdere peso più velocemente rispetto alle donne.
  • Gli estrogeni sono un gruppo di ormoni sessuali tipici dell’organismo femminile. Vengono secreti principalmente dall’ovaio in risposta allo stimolo di un ormone ipofisario chiamato LH o luteinizzante. In modeste quantità sono presenti anche nell’organismo maschile.
    Regolano la distribuzione del grasso corporeo, favorendone il deposito nelle anche, nelle natiche, nelle cosce e nell’addome al di sotto dell’ombelico.
    Sia livelli molto alti sia livelli molto bassi (menopausa) di estrogeni possono portare a un aumento di peso. Questo dipende dall’età, dall’azione degli altri ormoni, e dallo stato generale di salute, oltre che dall’alimentazione scorretta o non ben equilibrata.

Il modo più efficace per mantenere nella norma i livelli di estrogeni è alimentarsi correttamente e tenere sotto controllo il proprio peso corporeo. Nell’organismo femminile circa due terzi della produzione di estrogeni avviene infatti nel tessuto adiposo.
Infatti studi dimostrano che consumare regolarmente fibre aiuta a mantenere bassi i livelli di estrogeni. Anche l’attività fisica è indispensabile a ridurre i livelli di estrogeni ed alzare il testosterone.

Le donne sono destinate ad ingrassare?

Questo articolo ha lo scopo di farti capire che la nostra fisicità ha un perché e non siamo sbagliate. Semplicemente la donna, al fine riproduttivo, adatta il proprio corpo, sottoponendolo anche a forti stress. Il tessuto adiposo è una risposta allo stress.
Questo non significa che siamo condannate al sovrappeso, tutt’altro.

Sapere cosa accade nella donna ci fa capire meglio cosa bisogna fare per mantenere il nostro corpo in salute, adottando semplici strategie, senza, però, esasperarci e riconoscendo i nostri limiti.

Essere snelle, sane e serene sì, snelle e stressate no.

La corsa alla forma perfetta, ancora peggio al peso perfetto, induce ad uno stress elevatissimo dovito alle aspettative che, ahimè, se disattese, ci fa perdere la bussola e tutte le regole della buona alimentazione.

Pur di vedere il numero desidarato sulla bilancia si fa di tutto, anche rinunciare al cibo, anche digiunare. Peccato che poi il nostro corpo comincia a scalpitare e a chiedere il cibo disperatamente! Ecco che le tentazioni si fanno avanti…queste vocine che ci sussurrano all’orecchio in maniera ossessiva. Non sono tentazioni o sgarri, è sopravvivenza.

Il corpo ha bisogno di nutrirsi regolarmente per andare avanti, dimagrire e mantenere tutti i meccanismi di protezione alla salute. Le diete non equilibrate possono fare molti danni.

Se non presti attenzione al tuo stile di vita, probabilmente sarai sempre in conflitto con la bilancia. Una sana e bilanciata alimentazione, unita al movimento, favoriscono il dimagrimento e il mantenimento del peso corporeo.

 

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Digiuno e insonnia favoriscono l’obesità

 

Svelato il paradosso del cervello degli obesi, l’appetito vien mangiando e da svegli.

I risultati di una ricerca del CNR di Pozzuoli potrebbero spiegare anche l’associazione tra privazione prolungata di sonno e aumento di peso

L’IDEA che l‘appetito vien mangiando e chi dorme non piglia peso non è più solo un luogo comune.

Il nostro cervello mette in atto una precisa strategia, affinché questo accada, mediante un meccanismo che è stato ora svelato da una ricerca scientifica tutta italiana targata Consiglio Nazionale delle Ricerche.

Lo studio prende spunto da una proprietà fondamentale del cervello: la plasticità sinaptica, ovvero l’abilità dei circuiti neurali di essere rimodellati in funzione degli stimoli che il cervello riceve. Questa abilità è alla base dell’apprendimento.

La fame

Quando la fame ci assale, il livello circolante dell’ormone leptina (il freno della fame) cala mentre sale significativamente quello dell’endocannabinoide 2-AG (l’acceleratore della fame che normalmente è frenato dalla stessa leptina) nell’ipotalamo. Questa è una piccola regione del cervello che regola molte funzioni neuroendocrine, tra cui appetito e sazietà, e riorganizza i propri circuiti per rispondere alla richiesta di cibo e produrre, tra l’altro, maggiori quantità di una piccola molecola, un peptide di appena 33 amminoacidi chiamato orexina-A.

Dal punto di vista evolutivo l’orexina-A, dal greco orexis, che vuol dire appetito, promuove la veglia e il comportamento attentivo-cognitivo di allerta garantendo la sopravvivenza dell’animale durante la caccia del cibo e consentendone la fuga in caso di pericolo, ad esempio al sopraggiungere di un predatore”.

Gli ormoni

Gli endocannabinoidi sono piccole molecole segnale che utilizzano gli stessi recettori di membrana a cui si lega anche il principale costituente psicotropo della cannabis, il THC (tetraidrocannabinolo). Gli endocannabinoidi stimolano l’appetito.

La novità di questa ricerca è stata scoprire che l’orexina-A è stimola la sintesi del 2-AG (acceleratore della fame) che, a sua volta, attiva il recettore CB1 del sistema endocannabinoide nei neuroni POMC dell’ipotalamo, spegnendo così la produzione di MSH (ormone melanotropo), un ormone che blocca la fame.

Tale meccanismo assicura un corretto apporto di energia durante la veglia in individui normopeso, ma in soggetti obesi il sisteme diventa difettoso a causa del malfunzionamento della leptina. Ciò innesca il circolo vizioso dell’aumento di appetito e del peso corporeo che porta al punto di non ritorno a cui il cervello non riesce a spegnere più il senso di fame.

I ricercatori ipotizzano che tale meccanismo possa verificarsi anche nell’uomo dal momento che hanno riscontrato nel sangue di maschi adulti obesi (BMI>36, eta’ media 25-32 anni) una correlazione inversa tra i livelli circolanti di orexina-A e quelli di MSH, correlazione abbinata alla severa alterazione dei valori delle transaminasi che si accompagna a steatosi epatica.

I risultati di questo studio potrebbero spiegare anche la ben nota associazione tra privazione prolungata di sonno e obesita’ e sono particolarmente rilevanti in riferimento all’attuale epidemia di tale condizione negli Stati Uniti e in Europa.

OMS

Dal recente piano Oms contro la sedentarietà risulta allarmante la notizia che, nel vecchio continente, oltre la metà degli adulti è in sovrappeso o obesa e oltre il 25% dei bambini di otto anni di età è obeso. In questo scenario, lo studio individua nei recettori dell’orexina-A ottimi bersagli farmacologici da bloccare per combattere l’obesità e le sue comorbidità nell’epoca in cui la storia evolutiva dell’uomo ci ha, paradossalmente, portati dal bisogno di mangiare per sopravvivere a quello di digiunare per vivere in forma.

Fonte: Repubblica

 

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Foto: freepik

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Qual è la tua circonferenza vita?

Oggi ti invito a prendere il metro e a misurarti la circonferenza vita: mettiti in posizione eretta, usa un metro da sarto ponendolo appena al di sopra della cresta iliaca e facendo attenzione che il nastro metrico sia teso, non comprima la pelle e sia parallelo al pavimento.

Fatto? Bene, segnalo su un diario, sul cellulare o sul pc perché questo è un dato da monitorare.

E’ importante conoscere questo parametro perché da questa semplice operazione puoi capire se è arrivato il momento di prestare più attenzione alle tue abitudini alimentari e di movimento.

 

Il grasso che si accumula in eccesso in pancia, detto grasso viscerale o addominale, è stato dimostrato essere un fattore di rischio di morbidità e mortalità per malattie cardiovascolari, associato alle complicazioni metaboliche e cardiovascolari tipiche della sindrome metabolica (ipertensione, iperlipidemia, steatosi epatica, aterosclerosi e diabete di tipo II).

 

Circonferenze in uomini e donne

Grasso viscerale androide e ginoide

 GLI UOMINI tendono a localizzare la maggior parte del grasso intraddominale a livello dello stomaco e del “petto” (forma “a mela”)       obeso androide.

LE DONNE tendono a localizzare la maggior parte del grasso intorno ai fianchi, ai glutei ed alle cosce (forma “a pera”)      obesità di tipo ginoide (facile a riscontrarsi nelle donne specie latine).

Tra i due tipi di obesità, quella androide risulta essere la più pericolosa.

 

Soprattutto in persone obese è difficile stabilire dov’è la circonferenza vita, dove questo restringimento non è più evidente.

Per non sbagliare, consideriamo la circonferenza della vita come la minore misura rilevata ai fianchi posizionando il centimetro orizzontalmente tra le ultime costole e la cresta iliaca (sempre punti di repere ossei), ossia la minore circonferenza del tronco.

 

Circonferenza vita e rischio di malattia

Circonferenza vita e rischio


Per gli uomini, tra i 94 e i 102 centimetri è sovrappeso e più di 102 centimetri è obesità
 

Per le donne, tra gli 80 e 86 centimetri è sovrappeso, e più di 86 centimetri è obesità

 

L’International Diabetes Federation (I.D.F. 2004) nella nuova definizione di “Sindrome metabolica” ha ridotto i suddetti valori per stabilire “l’obesità viscerale” a 94 cm per gli uomini e 80 cm per le donne.

I maschi non debbono avere più di 94 cm e le femmine non devono superare gli 80 cm.

 

Perché il grasso viscerale è così pericoloso?

 Il grasso viscerale lo si può considerare come un vero e proprio organo endocrino capace rilasciare un gran numero di acidi grassi liberi nel sangue e questi,affluendo  in  gran  quantità  nel  fegato, alterano  diverse vie metaboliche causando:

  1. Aumento dei trigliceridi.
  2. Diminuzione del colesterolo “buono”, HDL.
  3. Aumento del colesterolo “cattivo”, LDL.
  4. Favorisce la gluconeogenesi (formazione di glucosio) e diminuisce la clearance epatica dell’insulina e, di conseguenza, l’aumento di quest’ultima in circolo (iperinsulinemia).
  5. La presenza in circolo di acidi grassi in forma libera crea una sorta di competizione con il glucosio per l’entrata nelle cellule, provocando un innalzamento dei livelli di glicemia che attivano il pancreas per il rilascio insulinico.
  6. Nonostante l’aumento di produzione di insulina da parte del fegato e da parte del pancreas, i livelli di glicemia permangono elevati. Questa condizione viene chiamata insulino-resistenza, ovvero una bassa sensibilità delle cellule all’azione dell’insulina.

Com’è noto, l’iperinsulinemia e l’insulino-resistenza sono fra i principali fattori responsabili delle alterazioni metaboliche del glucosio (alterazione della glicemia a digiuno, ridotta tolleranza al glucosio e diabete).

Tali alterazioni, unite a quelle lipidiche, spiegano perché il rischio cardiovascolare di un soggetto con notevole presenza di grasso viscerale è superiore a quello di un soggetto che rientra nei corretti limiti ponderali e di circonferenze.

Capita l’importanza di mantenere un giro vita nella norma?

 

La prossima settimana ti darò le dritte per impedire che il tuo girovita cresca e, se è già cresciuto, per ridurlo in poche ma efficaci mosse.

 

 

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